FRANCESCO BARONI, I PARADOSSI DEL MERCATO DEL LAVORO

26 Novembre 2024|Categorie: Comunicazione, Il Cloud del Lavoro|

I paradossi del mercato del lavoro

Francesco Baroni, Presidente di Assolavoro, ne “Il Cloud del Lavoro 2023-2024” ha analizzato i paradossi che segnano il mercato del lavoro italiano: a fronte di un crescente fabbisogno di lavoratori si riscontra una carenza di candidati, esacerbata dal crollo demografico e dal disallineamento tra preparazione scolastica al mercato del lavoro e richiesta delle aziende. In questo contesto, fenomeni come i NEET (che hanno toccato un nuovo record con 3 milioni di giovani che non studiano e non lavorano) e la disoccupazione femminile ancora superiore al 50% evidenziano l’urgenza di queste sfide sociali.

Con l’innovazione tecnologica e l’introduzione dell’IA verranno richieste nuove competenze e una maggior preparazione ai lavoratori. Occorre un cambio di paradigma che passi per la promozione di competenze aggiornate, un bilanciamento tra flessibilità aziendale e stabilità economica e un futuro sostenibile per il lavoro.

Il ruolo delle Agenzie per il Lavoro è dunque cruciale per puntare su una migliore inclusione e competitività. In una fase di cambiamenti rapidi nel mercato del lavoro si impone l’adozione di strumenti utili per orientare i policy makers, gli operatori del settore e le nuove generazioni.

Il contributo di Francesco Baroni tratto da “Il Cloud del Lavoro 2023-2024”


 

I PARADOSSI DEL MERCATO DEL LAVORO

L’attuale fase storica del mercato del lavoro è caratterizzata da alcuni tangibili paradossi.

Il primo paradosso è quello che tiene assieme, nel nostro Paese, una situazione del mercato del lavoro che vede un crescente bisogno di candidati che non si  trovano (causato da un lento ma tangibile declino demografico e da un sempre maggiore scollamento fra mondo della scuola  e competenze richieste dalle aziende) e fenomeni preoccupanti quali il record di Neet (ovvero giovani tra i 15 e i 34 anni che  non studiano e non lavorano) che ha raggiunto quota 3 milioni e ci vede all’ultimo posto in Europa e la bassa percentuale di  occupazione femminile che si colloca al 49,4% contro una media europea del 67%.

Giovani e donne che non riescono a  sfruttare le opportunità offerte dal mondo del lavoro a causa di demotivazione e non consapevolezza che, come Agenzie per il lavoro e come Sistema Paese, abbiamo il dovere di combattere in primis offrendo adeguati strumenti di orientamento.

Un secondo paradosso riguarda l’automazione e la proliferazione delle applicazioni di algoritmi ed espressioni della cosiddetta intelligenza artificiale che, con straordinarie rapidità e innovazione applicata, stanno trasformando le aziende, i  comportamenti della società civile e la vita quotidiana di ciascuno di noi ponendo nuove questioni sul piano etico, politico, organizzativo, lavorativo. Tutto sembrerebbe concorrere alla marginalizzazione del lavoro e, invece, seppur con prospettive  mai esplorate prima, è evidente la necessità di far fronte alle opportunità di queste innovazioni non solo con nuove  competenze ma con una potenziata disponibilità di risorse umane. Un terzo paradosso ci sfida nell’ambito della conoscenza: a fronte di una impressionante disponibilità di informazioni e alla crescita esponenziale di dati, è sempre più difficile fare previsioni. La stessa definizione di «cigno nero», come evento inaspettato e imprevedibile e perciò stesso straordinario, tendente all’unicità, impallidisce dinanzi alla storia più recente, contraddistinta in un tempo stretto dalla pandemia prima e dalla guerra in Ucraina poi. Questi sono tuttavia due accadimenti topici, e al contempo tragici, che accrescono sì il senso diffuso di incertezza, ma sono destinati a esaurirsi in un tempo dato, che ci auguriamo sia il più presto possibile. Un quarto paradosso ci si è mostrato durante la più incredibile crescita del Pil italiano dal dopoguerra: a fronte della richiesta di centinaia di migliaia di lavoratori è comparso il fenomeno della great resignation. Tante persone hanno lasciato il loro posto di lavoro senza avere alternativa sfidando, con questo comportamento, una cultura del lavoro che sembrava radicata e immodificabile.

Se a questo aggiungiamo che la manifattura, che costituisce il cardine fondante del sistema produttivo del  nostro Paese e la forza del nostro export basato su qualità ed eccellenza italiane, non riesce più a trovare persone che vogliono specializzarsi in questo settore, possiamo chiudere il cerchio dicendo che la vera rivoluzione di più lungo corso, la  vera direttrice della storia recente, è inequivocabile: siamo entrati in una fase dove, strutturalmente, dovremo gestire la  mancanza di competenze e lavoratori.

Questi fenomeni ci impongono di essere pronti, preparati e motivati ad abbracciare, un’epoca non solo di grande incertezza e ambiguità ma, anche, ricca di opportunità per chi si occupa di servizi al lavoro nella  loro accezione più ampia. Un’epoca che esige un cambiamento non di passo ma di paradigma, per ridefinire, per esempio,  cos’è oggi il lavoro dal punto di vista in primis valoriale, come aggiornare e integrare continuamente le competenze in  maniera mirata per adeguarle alle nuove professioni emergenti, contemperando in maniera abile e sapiente le esigenze di  flessibilità che hanno le aziende e quelle di stabilità economica e di progressione di carriera che ha chi lavora, come  affrontare la gestione integrata di un mondo del lavoro transizionale.

In questo scenario, caratterizzato da alcuni punti cardine e tanti altri oggetto di mutamenti repentini, tracciare una linea verso un futuro del lavoro sostenibile per provare a  indicare quali possano essere le criticità da superare, le occasioni da cogliere, le misure da adottare, le modalità da cambiare e i linguaggi più adatti è operazione ardua e tuttavia necessaria. Le Agenzie individualmente e attraverso la loro Associazione, Assolavoro, provano a farlo da sempre e questa seconda edizione del Cloud del Lavoro si pone ancora una volta questo obiettivo e lo fa con il coinvolgimento diretto di quanti, quotidianamente e da lungo tempo, sono chiamati a interpretare, proporre, sperimentare soluzioni in grado di consentire a chi lavora, alle aziende, al sistema Paese di progredire, nell’ottica dell’inclusione e della competitività.

Ogni contributo nasce da una differente visione, alcuni contenuti  potrebbero apparire tra loro inconciliabili, ma tutti concorrono a definire una sorta di bussola che punta a migliorare nel  tempo il lavoro, a qualificarlo. Uno strumento che si presenta utile, che «vale» per tutti: per chi ha ruoli di responsabilità nel  definire il futuro del mondo del lavoro, da qualunque ruolo di responsabilità. Vale per chi studia i fenomeni dell’occupazione, le normative e cerca le soluzioni migliori anche attraverso la valorizzazione dei corpi intermedi. Vale per chi lavora dentro e fuori le Agenzie e intende addentrarsi nella lettura di contenuti qualificati e differenziati. E vale molto di più per le nuove generazioni che si confrontano con scelte difficili e spesso poco informate. Fuori dalla pletora dei dati e dei contenuti  accessibili ma spesso caotici, indistinguibili e disorientanti, che caratterizza questa fase storica, il Cloud propone una operazione diversa, di selezione ispirata alla originalità degli elaborati e alla qualità degli autori, con l’auspicio di dare un  contributo concreto e fattivo a conoscere, interpretare e affrontare al meglio le sfide che singolarmente e come sistema Paese ci attendono sul fronte lavoro. Buona lettura.


IL CLOUD DEL LAVORO 2023-2024

Il contributo di Francesco Baroni, Presidente di Assolavoro, è contenuto all’interno de “Il Cloud Del Lavoro 2023-2024“, l’annuale pubblicazione di Assolavoro che raccoglie al proprio interno riflessioni e proposte di esperti e manager delle Agenzie, giuslavoristi, economisti, rappresentanti istituzionali e sindacali, ministri, ex ministri e dirigenti pubblici.

L’obiettivo de Il Cloud del Lavoro è quello di offrire le coordinate più puntuali su regole, flessibilità, politiche attive, servizi, Agenzie per il Lavoro, dati, formazione, competenze, welfare, relazioni industriali, digitalizzazione, intelligenza artificiale e prospettive del mercato del lavoro tra il 2023 e 2024.

Assolavoro pubblica in esclusiva ogni settimana un contributo tratto dalla pubblicazione con l’obiettivo di stimolare il dibattito online sul futuro del mercato del lavoro.

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