LO SCENARIO ECONOMICO 2022 E LE PREVISIONI 2023: I DATI DI ASSOLAVORO DATALAB AL SOLE 24 ORE

Published On: 5 Aprile 2023|Categorie: Comunicazione, Parlano di noi|

Il Sole 24 Ore, 5 aprile 2023

I CONTRATTI A TEMPO INDETERMINATO PASSANO SEMPRE PIÙ DALLE AGENZIE

Somministrazione. Nel bilancio 2022, Assolavoro parla di una crescita sostenuta, grazie all’occupazione stabile (+248mila lavoratori) e gli autonomi (+70mila). Il 2023 è cominciato con una leggera flessione.

Il 2022 ha registrato un aumento dell’occupazione, soprattutto a tempo indeterminato. E su questa performance ha influito anche la somministrazione: a luglio scorso è stato raggiunto il picco assoluto di addetti, con una quota pari a 530mila occupati, grazie alla spinta dei lavoratori a tempo indeterminato che a dicembre 2022 si sono attestati a 132mila unità (+19,9% rispetto ai 111mila di gennaio 2022).

Il dato è contenuto nel rapporto di Assolavoro Datalab sullo scenario economico 2022 e le previsioni 2023 che evidenzia come nel mercato del lavoro la crescita lo scorso anno sia dipesa soprattutto dalla crescita del tempo indeterminato, con +248 mila unità da inizio anno e del lavoro autonomo (+70mila occupati), più ridotto invece il contributo del tempo determinato (a dicembre rispetto ad inizio d’anno si registravano appena +18mila unità) che dopo l’emergenza Covid aveva avuto una crescita molto significativa.

La stessa dinamica ha interessato la somministrazione. Il peso dell’incertezza legato al conflitto tra Russia e Ucraina e lo scenario economico in frenata hanno aperto un 2023 con una leggera flessione. Gli occupati in somministrazione sono scesi a 483mila unità a gennaio (-2,7% rispetto a gennaio 2022), ed è aumentata la divaricazione tra lavoro a termine e lavoro stabile: i primi sono scesi nel confronto tendenziale del 9,5%, mentre i lavoratori somministrati a tempo indeterminato sono saliti al 20,8% Anche il dato congiunturale ha evidenziato una crescita della componente permanente della somministrazione, +1% su dicembre, mentre la componente a termine è scesa dell’8% sul mese. Così la quota del somministrati a tempo indeterminato sul totale dei lavoratori in somministrazione, a gennaio, è arrivata al 27,8%, contro il 22,3% di gennaio 2022. Un andamento, come per l’intero 2022, analogo a quello che ha fatto registrare il mercato del lavoro nel suo complesso, che a gennaio ha toccato un nuovo record di occupati 23 milioni e 309mila unità, con un’impennata degli occupati stabili (+464mila sull’anno). Questo anche perché nel 2022 si sono registrate 622mila trasformazioni di contratti a tempo in contratti permanenti (+41% rispetto al 2021).

Insomma, l’intero comparto della somministrazione sta consolidando l’occupazione a tempo indeterminato, divenuto ormai un asset sempre più strategico anche per le Agenzie per il lavoro nell’accompagnare la domanda con un’offerta mirata e continua in un contesto di crescente shortage della forza lavoro disponibile: è stabilmente sopra il 40% il mismatch.

«I dati evidenziano uno scenario chiaro e distante da alcune narrazioni che continuano a circolare – sottolinea Francesco Baroni, presidente Assolavoro -. Anche grazie al contributo delle Agenzie per il lavoro, aumentano i contratti stabili in tutti i settori e aumenta l’occupazione femminile.

Sempre di più fa la differenza la disponibilità di candidati con competenze adeguate a quanto richiesto dal mercato e, per questo, l’attenzione deve essere rivolta agli inattivi, specie se giovani e donne. Serve un cambio di paradigma: chi eroga corsi finanziati con fondi pubblici deve dimostrare di supportare l’apprendimento di competenze richieste dal mercato e va misurato sulla reale capacità di massimizzare non solo l’occupabilità ma anche la reale occupazione di chi segue i percorsi formativi. Le Agenzie lo fanno da sempre con risultati che rappresentano un modello sul piano internazionale. In un anno formiamo oltre 300mila persone, almeno un terzo viene assunto entro 6 mesi».

Tornando ai numeri della somministrazione, oltre la metà dei lavoratori (52,8%) nel 2022 risultava occupata tra gli artigiani, operai specializzati o nelle professioni qualificate nelle attività commerciali e nei servizi, o nelle professioni esecutive nel lavoro d’ufficio e nelle professioni tecniche o scientifiche. Si tratta di figure che richiedono almeno il livello di istruzione secondario superiore. La restante quota è rappresentata da figure meno specializzate, come i conduttori di impianti, operai di macchinari fissi e mobili, conducenti di veicoli (21,5%) e professioni non qualificate (25,7%).

Quanto alle caratteristiche dell’offerta di lavoro in somministrazione, emerge una forte presenza giovanile: al II° trimestre 2022 il 33,6% dei lavoratori occupati con contratto di somministrazione ha trai25 e i 34 anni, a ciò si aggiunga una rilevante quota (20,7%) appartenente alle classi dei più giovani (15-24 anni). Nella prima parte del 2022 la componente più anziana (55-74 anni) che rappresenta il 7,4% dei lavoratori in somministrazione, ha fatto però registrare la maggiore crescita tra le classi di età rispetto al secondo trimestre 2021 (+19,9%). Tra le principali caratteristiche degli occupati tramite Agenzie emerge, inoltre, come il 55,6% possieda un titolo di studio secondario superiore e il 12,2% una laurea. Una quota rilevante di occupati ha qualifiche medio alte (almeno il diploma di scuola secondaria superiore) ben al disopra del dato dell’intero mercato del lavoro alle dipendenze, nel quale arriva al 53% la componente più qualificata (diplomati e laureati).

«L’auspicio è che le nuove misure interna di lavoro che si vanno profilando valorizzino il ruolo delle Apl – conclude Baroni – non solo in quanto il contratto di somministrazione è più tutelante, ma anche per le competenze degli oltre 15mila professionisti che vi lavorano e che sanno fare la differenza nell’accompagnamento di centinaia di migliaia di lavoratori nel processo di orientamento, formazione e avviamento al lavoro. La sfida è il mismatch, vale un punto di Pil, noi siamo pronti a fare come sempre la nostra parte».

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