LAVORO. LUGLIO – DICEMBRE 2018: CON AGENZIE PER IL LAVORO – 39MILA OCCUPATI (-8,5%)
Da luglio a dicembre del 2018 le persone assunte con un contratto di lavoro in somministrazione, che prevede tutti i diritti e tutte le tutele del lavoro dipendente, calano di 39mila unità (-8,5%).
Se i lavoratori in somministrazione a tempo indeterminato crescono di 11.298, infatti, quelli con un contratto a termine si riducono di 50.338.
Sono questi i principali dati elaborati dall’Osservatorio Datalab di Assolavoro, l’Associazione Nazionale delle Agenzie per il Lavoro, in riferimento al periodo compreso tra luglio e dicembre dello scorso anno.
“Il Decreto Dignità sta colpendo i più deboli – evidenzia Alessandro Ramazza, Presidente di Assolavoro – Mentre, da una parte, vi è stata una accelerazione nella stabilizzazione delle persone con competenze più spendibili sul mercato, al contrario ci sono quasi 40mila persone che prima lavoravano con le Agenzie per il Lavoro e ora non più. Le causali, i limiti alle proroghe, il maggior costo nel caso di nuovo contratto con lo stesso lavoratore hanno determinato non solo un cambio di persone mantenendo lo stesso contratto di somministrazione ma anche evidentemente il ricorso a contratti meno tutelanti per le stesse mansioni. L’intesa raggiunta da Assolavoro con i Sindacati per il nuovo Ccnl di settore interviene a ridurre storture che avrebbero determinato effetti anche più gravi ma non può bastare, occorre un provvedimento correttivo del legislatore”.
“Visti i risultati non solo nel settore delle Agenzie per il Lavoro ma complessivi nel mercato del lavoro, il Governo consideri, pertanto, l’urgenza di interventi correttivi sul Decreto Dignità. Più in generale superare rigidità ideologicamente orientate può favorire processi di reale inclusione nel mercato del lavoro, molto più di taluni provvedimenti allo studio, specialmente per chi ha bisogno di servizi di orientamento e di formazione più intensi – conclude Ramazza”.
ASSUNTI A TEMPO INDETERMINATO: +11MILA
RAMAZZA (ASSOLAVORO) DECRETO DIGNITÀ STA COLPENDO I PIÙ DEBOLI