GIUSEPPE TRIPOLI: LE FIGURE PROFESSIONALI CHE MANCANO, I NUMERI E I FATTORI DEL GRAVE DISALLINEAMENTO

Published On: 20 Febbraio 2024|Categorie: Comunicazione, Il Cloud del Lavoro|

Le figure professionali che mancano: i numeri e i fattori del grave disallineamento

Giuseppe Tripoli nel suo intervento su “Il Cloud del Lavoro 2023-24” analizza il mismatch tra domanda e offerta nel mercato del lavoro e le difficoltà delle aziende nel trovare figure professionali: nel 2022 la difficoltà di reperimento di profili è cresciuta del 10,8% rispetto al 2021. Tra i principali fattori del disallineamento la mancanza di competenze specifiche sul mercato del lavoro.

Partendo dall’analisi delle professioni più richieste e al contempo più difficili da reperire, spiccano i dirigenti, con oltre il 55% di difficoltà di reperimento. Tra quelle specialistiche e tecniche molto ricercate le competenze in ambito STEM, ma anche in questo caso il mismatch supera il 60%. Per gli operai specializzati la difficoltà di reperimento è del 55,4%, con forti ripercussioni sul settore manifatturiero, delle costruzioni e agroalimentare.
In questo contesto aumenta la ricerca di personale a maggior qualificazione, capace di comprendere le trasformazioni in atto nel nostro sistema produttivo, tra cui digitale e green: richiesti 780mila profili nel 2022, in aumento dell’1,4% rispetto al 2021.

Il contributo di Giuseppe Tripoli tratto da “Il Cloud del Lavoro 2023-2024”


 

En attendant le nuove politiche attive

LE FIGURE PROFESSIONALI CHE MANCANO: I NUMERI E I FATTORI DEL GRAVE DISALLINEAMENTO

Il 2022 ha visto una forte ripresa dell’occupazione che, secondo le ultime stime, potrebbe essere addirittura superiore alla crescita del Pil. Eppure, mai come quest’anno, come mostra il Sistema informativo Excelsior di Unioncamere e Anpal, la difficoltà di trovare personale da assumere e inserire in azienda è stata tanto alta. Parliamo di quasi il 41% medio, vale a dire 4 contratti programmati su 10,8 punti percentuali in più rispetto allo scorso anno; 14 rispetto al 2019.

D’altro canto, che l’occupazione andasse bene ce ne eravamo resi conto mensilmente, attraverso le rilevazioni previste dall’indagine. Non tanto per una crescita del numero delle imprese pronte a stipulare nuovi contratti (6 su 10, in linea con quanto registrato nel 2021), quanto per il volume delle entrate previste: 5,2 milioni, in aumento dell’11,6%  rispetto al 2021, del 12,2% se confrontato con l’anno prima della pandemia.

Ma la difficoltà di reperimento ha certamente reso più complicato questo slancio, costringendo le imprese a una  ricerca più complessa e prolungata nel tempo, per quasi due milioni di profili professionali, circa 600 mila in più rispetto al 2021 ma quasi il doppio (1 milione) di quanto evidenziato prima della pandemia.

Le professioni

Per i dirigenti, la difficoltà di reperimento supera il 55% dei contratti offerti nel 2022. Quasi una assunzione su due è stata complessa anche per molte professioni specializzate e tecniche, che registrano un costante aumento della difficoltà di reperimento da tre anni.

Il mismatch, infatti, supera il 60% nel caso di molte figure Stem: specialisti in scienze matematiche, informatiche, chimiche o diversi rami di Ingegneria, anche più a vocazione green. Netto anche l’incremento di diverse figure legate alla salute, come gli specialisti in igiene epidemiologia e sanità pubblica, Farmacisti e Medici, con quote che lo scorso anno hanno superato il 70%.

L’altro gruppo professionale per cui il mancato incontro tra domanda e offerta ha superato la quota «limite» di 1 su 2 è quello degli operai specializzati: sono 420 mila le entrate difficili da reperire nel 2022 (55,4%).

E non è solo la manifattura e la filiera industriale connessa alle costruzioni ad avere difficoltà. C’è anche quella  dell’agroalimentare le cui imprese non trovano in un caso su due.

I titoli di studio

Aumentando la ricerca di personale a maggior qualificazione, capace di governare le grandi trasformazioni che stanno interessando il nostro sistema produttivo (quella digitale e quella green), è cresciuta di conseguenza la ricerca di personale laureato da parte delle imprese. Lo scorso anno ha superato le 780 mila unità, arrivando a rappresentare il 15,1% del totale dei contratti che le imprese intendevano stipulare, in aumento di 1,4 punti percentuali rispetto al 2021. Il 47% di questi profili, però, risulta difficile da trovare.

La parte più cospicua dell’occupazione nel settore privato è comunque riservata ai diplomati: 1,5 milioni quelli  ricercati durante lo scorso anno, il 29,7%, in calo di quasi 2 punti percentuali rispetto al 2021, quando la loro richiesta ha raggiunto il 32,5%. In questo caso, la difficoltà di reperimento si attesta al 40%. In leggera flessione la ricerca, da parte delle imprese, di diplomati Its, che nel 2022 ha sfiorato comunque le 52 mila unità (1%), con una difficoltà di reperimento che supera la metà delle entrate: 56%.

Per quanto riguarda poi le qualifiche professionali, Excelsior distingue tra domanda esplicita (nel 2022 pari a oltre 1 milione di ingressi, il 19,4% del totale, con una difficoltà di reperimento pari al 48%), e domanda «potenziale» a causa dell’alto numero di imprese che hanno dichiarato di ricercare profili che abbiano frequentato la sola scuola dell’obbligo, in quanto non riuscivano a trovare la qualifica professionale specifica. Quest’ultima sfiora il milione e 900 mila unità, arriva a rappresentare il 36% delle entrate programmate e registra il 43% di difficoltà di reperimento.

Analogamente, è pari al 36% la quota delle entrate esplicite programmate senza l’indicazione di un titolo di studio, ma scende al 19% nel caso in cui si consideri la domanda «potenziale» relativa alle qualifiche professionali.

 


IL CLOUD DEL LAVORO 2023-2024

Il contributo del Segretario generale di Unioncamere Giuseppe Tripoli è contenuto all’interno de “Il Cloud Del Lavoro 2023-2024“, l’annuale pubblicazione di Assolavoro che raccoglie al proprio interno riflessioni e proposte di esperti e manager delle Agenzie, giuslavoristi, economisti, rappresentanti istituzionali e sindacali, ministri, ex ministri e dirigenti pubblici.

L’obiettivo de Il Cloud del Lavoro è quello di offrire le coordinate più puntuali su regole, flessibilità, politiche attive, servizi, Agenzie per il Lavoro, dati, formazione, competenze, welfare, relazioni industriali, digitalizzazione, intelligenza artificiale e prospettive del mercato del lavoro tra il 2023 e 2024.

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