PIATTAFORMA SIISL: IL PRESIDENTE DI ASSOLAVORO FRANCESCO BARONI AL QUOTIDIANO NAZIONALE

Published On: 3 Settembre 2023|Categorie: Comunicazione, Parlano di noi|

Quotidiano Nazionale, 03 settembre 2023

Dopo il Reddito di cittadinanza: «sulla piattaforma per il lavoro subito i posti offerti dalle Agenzie. Ma ora la sfida è la formazione».

Avviato il nuovo canale nato per trovare occupazione a chi percepiva il sussidio statale. Baroni, Presidente di Assolavoro: la collaborazione pubblico-privato è finalmente possibile «L’obiettivo è arrivare a una porta d’accesso unica per far incrociare domanda e offerta».

Intervista al Presidente di Assolavoro Francesco Baroni

A due giorni dall’avvio della nuova piattaforma destinata a favorire l’occupazione degli ex destinatari del Reddito di cittadinanza cosiddetti «occupabili» le Agenzie private per il lavoro hanno già inserito oltre 25mila annunci. È la prima volta che si realizza una vera collaborazione a livello nazionale tra pubblico e privato nell’incrocio tra domanda e offerta di lavoro. «E la direzione è sicuramente quella giusta, con uno slancio verso la digitalizzazione necessario – avvisa Francesco Baroni, presidente di Assolavoro, l’associazione che rappresenta oltre l’85% del settore – senza tuttavia attribuire alla tecnologia un potere salvifico che da sola non ha e non può avere».

Che risultati vi aspettate dalla partnership con il ministero del Lavoro, l’Inps e l’Anpal su questa sfida?

«Abbiamo conferito rapidamente e in maniera massiva le prime offerte di lavoro. Altre seguiranno, anche perché il nostro settore ha nella tempestiva capacità di rispondere alle esigenze di personale che vengono dalle aziende un punto di forza formidabile, che va tenuto in conto anche nel progressivo affinamento dei meccanismi messi in atto con la nuova piattaforma. Più in generale si tratta dell’avvio di un percorso, sarebbe illogico pensare che in tempi stretti possano accedere al lavoro un numero elevato di persone. Anche perché la maggior parte difficilmente sarà immediatamente occupabile, avrà piuttosto bisogno di percorsi formativi finalizzati».

E in questo ambito entrano in campo anche le Regioni. Con quale ruolo?

«Sì, come in effetti hanno già fatto per l’avvio del portale. L’obiettivo è che questo diventi il “portale di accesso” e di prima attivazione delle persone verso il lavoro. Alcune saranno immediatamente occupabili, altre, le più, accederanno a politiche attive regionali, alla formazione finalizzata o al programma Gol. Per questa ragione occorre efficienza, efficacia, giusta premialità per servizi quanto più possibile finalizzati all’occupazione».

Oltre che per l’accesso diretto al lavoro anche sul fronte delle politiche attive le Agenzie sono in prima linea.

«Si, oltre che iscritte nell’apposito albo del ministero del Lavoro, le Agenzie sono accreditate su base regionale e svolgono da sempre una funzione di politica attiva di dimostrata efficacia. Nel nostro settore formiamo, con risorse private, oltre 300mila persone l’anno. II meccanismo prevede che a chi eroga la formazione vengano riconosciute le spese sostenute solo se almeno un terzo delle persone che vengono formate poi acceda effettivamente a una occasione di lavoro. Se questo non accade c’è un taglio dei fondi. Un meccanismo virtuoso che rappresenta un modello sul piano europeo».

È fiducioso sui risultati che potranno arrivare nel medio periodo?

«Le parole magiche in questo caso sono “interoperabilità” e “collaborazione”. Se ciascuno farà la sua parte, sul piano nazionale e locale, nell’ambito pubblico e privato, questa può veramente rappresentare l’occasione per avviare politiche attive finalmente finalizzate, superando definitivamente l’approccio ideologico e inconcludente che negli anni passati ha portato fino al punto di confidare messianicamente che bastasse una app a far funzionare il mondo del lavoro. Far in modo che domanda e offerta di lavoro si incrocino in maniera virtuosa ha elementi di complessità spesso sottovalutati, ora ci sono le basi per cambiare registro».

Dal vostro osservatorio che prospettive occupazionali prevedete complessivamente da qui a fine anno?

«Vi è un evidente rallentamento, che però avviene dopo una fase di continua crescita dell’occupazione che ha visto nei due anni passati e anche negli ultimi mesi una crescita mai registrata prima sia dal punto di vista quantitativo che qualitativo. Per quanto lo sviluppo dell’occupazione sia usualmente legata all’andamento del Pil, è sempre difficile fare previsioni soprattutto in un contesto di incertezza come quello che stiamo vivendo, ma penso che la riduzione dovrebbe essere contenuta e concentrata in alcuni settori».

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