MARCO GRANELLI, BILATERALITÀ, PARTECIPAZIONE, WELFARE: UN PATRIMONIO DA VALORIZZARE

5 Novembre 2024|Categorie: Comunicazione, Il Cloud del Lavoro|

Bilateralità, partecipazione, welfare: un patrimonio da valorizzare

Marco Granelli, Presidente di Confartigianato, ne “Il Cloud del Lavoro 2023-2024” ha analizzato le sfide complesse per il mercato del lavoro italiano, dovute anche alla carenza di personale qualificato nelle piccole imprese e nel settore artigianale. Tali difficoltà sono poi aggravate da un’offerta formativa spesso non allineata alla domanda di competenze tecniche, digitali e pratiche. Per far fronte al mismatch, tra le soluzioni proposte favorire l’ingresso nel mercato del lavoro dei giovani attraverso incentivi all’apprendistato professionalizzante, valorizzando il ruolo della formazione e delle imprese per colmare il gap.

Inoltre, per affrontare queste criticità risulta cruciale investire su un welfare bilaterale che offre coperture sanitarie e sociali sia per i dipendenti che per gli imprenditori. Per migliorarne l’efficacia risulta opportuno un intervento legislativo che renda più vantaggioso il welfare bilaterale per le PMI, e che aumenti i vantaggi fiscali e contributivi a sostegno della crescita del settore.

Nell’ambito della conciliazione tra vita e lavoro, per aumentare il tasso di occupazione femminile sono state introdotte anche politiche per il lavoro ad hoc. Ad esempio, a sostegno dell’imprenditoria femminile si è proposto di introdurre la detraibilità delle spese per i servizi di cura per facilitare la work-life balance. Con questa misura si punta a ridurre le barriere per le donne, incentivandone l’imprenditorialità e l’accesso al mercato del lavoro.

Il contributo di Marco Granelli tratto da “Il Cloud del Lavoro 2023-2024”


 

Le regole e le parti sociali

BILATERALITÀ, PARTECIPAZIONE, WELFARE: UN PATRIMONIO DA VALORIZZARE

Il lavoro di qualità è un obiettivo irrinunciabile per la crescita del Paese e delle nostre imprese, perseguito da anni  nell’artigianato attraverso un costante miglioramento delle tutele, della sicurezza e dei salari.

In particolare, la contrattazione collettiva nell’artigianato ha dato vita a un originale modello di relazioni sindacali e ad un sistema bilaterale, territoriale e nazionale che eroga ai dipendenti e agli stessi imprenditori prestazioni di elevata qualità ed efficacia. Bilateralità significa partecipazione, relazioni sindacali di tipo cooperativo e non conflittuale, significa  realizzare, in modo partecipativo, i principi della sussidiarietà, del decentramento e della valorizzazione del territorio.

La bilateralità si dispiega, oltre che sul terreno delle prestazioni per ammortizzatori sociali, anche sul fronte della  tutela della salute, svolgendo un importante ruolo attraverso il fondo di sanità complementare per i lavoratori dipendenti delle piccole imprese.

Questo «patrimonio» deve essere valorizzato anche con politiche fiscali e contributive di maggior vantaggio per gli strumenti di welfare, a partire da quello bilaterale contrattuale, favorendo la sussidiarietà nella prospettiva di fornire risposte efficaci a una domanda in costante crescita.

Gli interventi della bilateralità poggiano su una buona contrattazione. Pertanto, il tema della selezione dei contratti collettivi comparativamente più rappresentativi è strettamente collegato a quello della misurazione della rappresentanza che dovrà garantire il pluralismo del mondo del lavoro, un collante della democrazia.

L’esperienza del Reddito di cittadinanza ha mostrato quanto sia fondamentale ricentrare le politiche di rilancio economico e sociale sul lavoro di cittadinanza, con il pieno coinvolgimento delle Organizzazioni imprenditoriali maggiormente rappresentative per facilitare realmente l’incontro fra domanda e offerta di lavoro.

Su questo fronte si innesta il dibattito sul salario  minimo legale: un errore da non commettere poiché la determinazione delle retribuzioni deve essere di stretta  competenza della contrattazione collettiva. Il legislatore non può, con un atto d’imperio, legare le dinamiche retributive a quelle produttive e, inoltre, va sempre ricordato che la contrattazione collettiva delle organizzazioni sindacali comparativamente più rappresentative determina, oltre al salario, numerose ulteriori tutele che andrebbero  perse in caso di salario stabilito dalla legge.

La strada da seguire, invece, è quella della riduzione degli oneri fiscali e contributivi e il loro impatto sul costo del lavoro, sia dalla parte dei datori di lavoro sia rispetto ai lavoratori  dipendenti. Su questa direttrice la priorità consiste nella detassazione e decontribuzione degli aumenti salariali e delle voci retributive derivanti dalla contrattazione di secondo livello, compresi gli interventi di welfare operati dalla bilateralità.

Nel 2022 le piccole imprese hanno avuto difficoltà a reperire 1.406.440 lavoratori, pari al 42,7% delle assunzioni previste. Per l’artigianato la quota sale al 50,2%, pari a 263.980 lavoratori difficili da trovare. Mancano all’appello soprattutto tecnici Ict, progettisti di software, ma anche autisti di camion, operai edili, elettricisti,  meccanici, idraulici. La difficoltà delle imprese a reperire personale è la conseguenza di una molteplicità di fattori: dalla crisi demografica al gap tra scuola e mondo del lavoro, dalla rivoluzione digitale fino alle nuove aspettative e  propensioni, soprattutto dei giovani, nei confronti del lavoro. Per questo, la carenza di manodopera va affrontata con  un approccio sistemico e coordinato, anche di tipo culturale, degli interventi di politica economica e delle misure per riattivare il mercato del lavoro.

In proposito, occorre puntare sull’apprendistato professionalizzante come canale incentivato di ingresso dei giovani nel mondo del lavoro. L’artigianato mostra una forte propensione all’utilizzo dell’apprendistato che rappresenta un canale di ingresso dei giovani nel mercato del lavoro di grande rilevanza: le assunzioni di apprendisti rappresentano il 18,7% delle assunzioni di giovani under 30, una quota che quasi raddoppia, salendo al 33,4%, nelle imprese artigiane. Per questo l’apprendistato professionalizzante va sostenuto attraverso il  ripristino della decontribuzione totale per i primi tre anni di contratto per le imprese artigiane e in ogni caso per  quelle fino a nove dipendenti.

Inoltre, vanno previsti specifici e stabili incentivi per la copertura dei costi sostenuti  dalle imprese per il tutoraggio dell’apprendista, molto spesso svolto nelle micro e piccole imprese direttamente dal  titolare. Vanno anche sostenuti l’alternanza scuola-lavoro e l’apprendistato duale con l’obiettivo di rinnovare il  rapporto tra sistema formativo e mondo delle imprese. In particolare, vanno superate le rigidità burocratiche dell’apprendistato di primo livello, semplificando la gestione del rapporto di lavoro e fornendo quindi maggiori  elementi di certezza agli imprenditori. Inoltre, considerato anche l’andamento demografico negativo che influisce sul mismatch fra domanda e offerta, occorre intervenire sui flussi migratori con modalità innovative e semplificate che prevedano ingressi selezionati sulla base dei reali fabbisogni frutto anche di accordi con i Paesi di provenienza.

Non meno importante la riforma del sistema di orientamento che consenta di guidare i giovani e le loro famiglie verso  percorsi formativi capaci di tener conto da un lato delle attitudini e propensioni personali e dall’altro delle prospettive occupazionali.

Un orientamento efficace e strutturato in tutto il percorso formativo ma con una attenzione specifica nei momenti di passaggio da un ciclo di studi a un altro (tra le scuole medie e le superiori e tra le superiori e  l’università/Its) consentirebbe di contrastare alcuni fenomeni preoccupanti come il mismatch di competenze e la dispersione scolastica.

Al contempo, è indispensabile la riqualificazione, anche culturale, dei percorsi di studio professionali per dare loro un migliore appeal, anche reputazionale, che attiri i ragazzi e le famiglie. È inoltre necessario innalzare il livello culturale dei piani formativi e legarli ai fabbisogni delle imprese, che hanno ora necessità di competenze complesse, pratiche e intellettuali. In questo senso, è indubbio che il «Liceo professionale» aiuterebbe a superare la separazione, anche percettiva, tra i saperi, dando la possibilità di scegliere un’offerta formativa differente, ma in un quadro di proposte paritetiche. In tema di Its occorre che i decreti attuativi della recente legge di riforma siano rapidamente completati e adeguatamente e specificamente finanziati.

Strettamente connesso al tema del lavoro, quello delle pensioni sta diventando sempre più centrale in una società, come quella italiana, caratterizzata da una crescente denatalità e progressivo invecchiamento. Occorrono nuove e sostenibili soluzioni per i lavoratori, dipendenti ed autonomi, e anche per le piccole imprese, la cui attuale normativa non incentiva la previdenza complementare. Vanno garantiti meccanismi di flessibilità in uscita in un impianto sostenibile ancorato al sistema contributivo. Occorre anche estendere, ai fini dei benefici pensionistici, la normativa sul lavoro usurante ai lavoratori autonomi. Il welfare di territorio può essere un forte collante della coesione sociale e del benessere di lavoratori e imprese.

La sfida è come coniugarlo con quello nazionale, individuando i nuovi bisogni di welfare per offrire risposte adeguate. La trasversalità del problema necessita di nuove forme di copertura e la bilateralità, oltre a strumenti incentivati di accumulo finalizzato, potrebbe aiutare le famiglie di imprenditori e lavoratori ad avere le dovute coperture. Quanto all’imprenditoria femminile sono indispensabili specifici interventi che prevedano la detraibilità delle spese sostenute per l’acquisizione di servizi a supporto dei lavori di cura e conciliazione vita-lavoro.

 


IL CLOUD DEL LAVORO 2023-2024

Il contributo di Marco Granelli, Presidente Confartigianato, è contenuto all’interno de “Il Cloud Del Lavoro 2023-2024“, l’annuale pubblicazione di Assolavoro che raccoglie al proprio interno riflessioni e proposte di esperti e manager delle Agenzie, giuslavoristi, economisti, rappresentanti istituzionali e sindacali, ministri, ex ministri e dirigenti pubblici.

L’obiettivo de Il Cloud del Lavoro è quello di offrire le coordinate più puntuali su regole, flessibilità, politiche attive, servizi, Agenzie per il Lavoro, dati, formazione, competenze, welfare, relazioni industriali, digitalizzazione, intelligenza artificiale e prospettive del mercato del lavoro tra il 2023 e 2024.

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