CHIARA CARDOLETTI: PROMUOVERE CON LE IMPRESE L’OCCUPAZIONE DEI RIFUGIATI

Published On: 9 Aprile 2024|Categorie: Comunicazione, Il Cloud del Lavoro|

Promuovere con le imprese l’occupazione dei rifugiati

Chiara Cardoletti, Rappresentante per l’Italia, la Santa Sede e San Marino dell’UNHCR, Agenzia Onu per i rifugiati, nel suo intervento su “Il Cloud del Lavoro 2023-2024” analizza i dati sui flussi migratori dei rifugiati, con un focus sugli arrivi in Italia e sulle iniziative messe in campo dall’UNHCR per promuovere una virtuosa collaborazione tra il mondo delle imprese e i rifugiati, affinchè questi possano ottenere una reale integrazione socio-lavorativa. I rifugiati portano con sé competenze e capacità che rappresentano un notevole potenziale economico per i Paesi d’accoglienza. Secondo i dati Istat del 2022, in Italia sono presenti oltre 97.000 beneficiari di protezione internazionale e circa 170.000 richiedenti asilo.

Molti rifugiati, pur provenendo da diverse realtà geografiche, vantano diversi livelli di istruzione e background professionale, sono laureati o hanno esperienza lavorativa significativa in settori come ingegneria, medicina e informatica. È evidente che l’inclusione dei rifugiati nel mercato del lavoro non solo aiuta loro a ricostruire le proprie vite, ma rappresenta anche un beneficio per le aziende.

Nel 2017 l’UNHCR ha lanciato il programma “Welcome. Working for refugee integration“, premiando le aziende impegnate nell’integrazione lavorativa dei rifugiati. Questo programma ha visto negli anni una crescente partecipazione con 355 aziende premiate in quattro edizioni, promotrici di quasi 14.000 percorsi di inclusione lavorativa. Un importante contributo viene proprio dalle Agenzie per il lavoro e da Assolavoro attraverso la realizzazione del progetto «Accoglienza & lavoro» per promuovere misure favorevoli all’inserimento lavorativo dei rifugiati. Questo impegno è stato ulteriormente riconosciuto con una menzione speciale durante la cerimonia di premiazione Welcome nel giugno 2022.

Nonostante le sfide rimanenti, è evidente che l’apporto dei rifugiati, con le loro competenze e ambizioni, rappresenta un valore aggiunto per il programma Welcome e per le aziende coinvolte.

Il contributo di Chiara Cardoletti tratto da “Il Cloud del Lavoro 2023-2024”


 

Il welfare, le relazioni industriali e la bilateralità

PROMUOVERE CON LE IMPRESE L’OCCUPAZIONE DEI RIFUGIATI

Hanno abbandonato il proprio Paese per paura di essere perseguitati oppure per fuggire da guerre e violenze indiscriminate che ne mettono a rischio la vita o la libertà. Costretti a separarsi dalla propria casa, dalla propria famiglia e dal proprio percorso di studi e professionale, i rifugiati non si lasciano alle spalle le proprie competenze e capacità e il lavoro nel Paese di asilo rappresenta uno step fondamentale per riacquisire il proprio ruolo sociale, una spinta fondamentale nel percorso d’integrazione.

Non solo: nel Piano di azione congiunto dell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE) e dell’UNHCR, «Promuovere con le imprese l’occupazione dei rifugiati», pubblicato cinque anni fa, si legge con grande chiarezza come le skills e le qualità personali dei rifugiati costituiscano anche un considerevole potenziale economico per i Paesi di accoglienza.

Stando ai dati elaborati dall’Istat le persone beneficiarie di protezione internazionale presenti in Italia nel 2022 erano 97.492, alle quali si aggiungono le 169.838 che hanno presentato la domanda di protezione temporanea dopo lo scoppio del conflitto in Ucraina. I livelli di istruzione e background professionali dei rifugiati sono eterogenei poiché diversi sono i contesti di provenienza. Benché alcuni di essi abbiano un basso livello di scolarizzazione, anche perché costretti ad abbandonare gli studi precocemente a causa delle violenze, anche in Italia si registra un numero crescente di rifugiati con un tasso di istruzione elevato e con esperienze significative: molti hanno lavorato come ingegneri o medici prima di aver dovuto scappare, alcuni sono stati dirigenti oppure impiegati in professioni qualificate, altri ancora hanno maturato skills ed esperienze spendibili in settori particolari, come quello tecnologico e informatico.

Dalla survey che l’UNHCR cha condotto l’anno scorso su persone e nuclei evacuati dall’Afghanistan in Italia nell’estate 2021 emerge che i laureati sono più di un terzo del totale e il 25% ha maturato competenze manageriali nel proprio Paese di origine. A confermare questa tendenza è la recente attività di profilazione realizzata dall’UNHCR, con il supporto di Intersos e la collaborazione della Protezione Civile, principalmente a Milano, Roma e Napoli, su un campione di persone fuggite a causa del conflitto in Ucraina: il 72% degli adulti ha un’istruzione universitaria, di cui il 9% nel settore ingegneristico e il 33% in ambito economico, e il 9% ha una formazione specifica nel settore delle professioni sanitarie.

Aumentano, inoltre, anche i giovani rifugiati, con diverse provenienze, che hanno conseguito una laurea nel proprio Paese di origine o nel Paese di primo asilo, oppure in università italiane, e hanno livelli di occupabilità elevata nel mercato del lavoro di oggi.

Come dimostrato da un’ampia serie di studi ed esperienze internazionali, la diversità nei team e un ambiente di lavoro inclusivo sono leve competitive per le aziende. Includendo i rifugiati, oltre a poter soddisfare i fabbisogni di personale, le aziende accrescono l’impatto sociale, possono migliorare la propria reputazione pubblica e aumentano la produttività. Proprio per valorizzare il ruolo delle imprese nell’integrazione lavorativa dei rifugiati, l’UNHCR ha lanciato nel 2017 il programma Welcome. Working for refugee integration, trovando fin da subito l’adesione di Ministero del Lavoro, Confindustria e Global Compact Network Italia. Il programma è incentrato su un premio, un logo, che ogni anno viene assegnato alle aziende che si sono contraddistinte nella promozione di percorsi d’inclusione lavorativa. In quattro edizioni, il logo Welcome è stato assegnato a 355 aziende che in Italia hanno promosso quasi 14.000 percorsi d’inclusione lavorativa, registrando una crescita costante dell’impegno del settore privato che ha saputo cogliere queste opportunità. I risultati sono molto incoraggianti: basta citare le 187 aziende che si sono candidate nel 2022 alla quinta edizione del premio, 50% in più rispetto al 2020-21, registrando anche un aumento significativo delle grandi e grandissime aziende. Welcome oggi è un vero e proprio «ecosistema», che, oltre al bando per l’assegnazione del logo, comprende un insieme di azioni mirate a favorire la collaborazione tra il mondo delle imprese e il privato sociale. In questi anni, nel contesto del programma Welcome sono state promosse attività di formazione e capacity building per aziende e operatori del mercato del lavoro, attraverso webinar e strumenti pratici, come ad esempio la «Guida alle imprese per l’inserimento lavorativo dei rifugiati», curata con Ires Piemonte e TENT; ma soprattutto sono stati realizzati tanti percorsi di corporate partnership a livello locale, che promuovono l’inclusione dei rifugiati nelle strategie aziendali di diversity, equity & inclusion.

I risultati di Welcome confermano il positivo impatto dell’approccio multi-stakeholder previsto dal Global Compact sui Rifugiati approvato all’unanimità dall’Assemblea delle Nazioni Unite nel dicembre 2018, che afferma come la cooperazione fra soggetti diversi sia imprescindibile al fine di individuare e fornire soluzioni concrete che favoriscano l’integrazione dei rifugiati e lo sviluppo sostenibile delle comunità che li accolgono.

Oltre a collaborare stabilmente con la Fondazione Adecco per le Pari Opportunità, preziosissimo implementing partner dell’Agenzia, nell’ambito del programma Welcome l’UNHCR ha costruito e rafforzato sinergie operative con tante realtà, fra le quali Human Age Institute di Manpower per l’inclusione lavorativa, e Reale Foundation, Fondazione Accenture ed Enel per il reskilling e l’upskilling nel settore IT. L’ultima partnership in ordine di tempo, entusiasmante per la passione e la motivazione che abbiamo incontrato, è con l’AIDP, Associazione italiana per la direzione del personale, con cui nel 2022 abbiamo sottoscritto un memorandum d’intesa con lo scopo di promuovere l’inclusione lavorativa dei rifugiati attraverso un piano congiunto di azioni: dalla formazione sulla protezione internazionale e sul diversity management, allo scambio di buone prassi, all’accompagnamento in azienda.

Mirando a rafforzare la relazione virtuosa fra settore privato e privato sociale, cuore del programma Welcome, è nata WelcomeNet, esperienza unica di rete qualificata e capillare composta da decine di organizzazioni della società civile che gestiscono progetti di accoglienza e da servizi al lavoro pubblici e privati, promossa dall’UNHCR con lo scopo di elaborare insieme alle aziende percorsi virtuosi di corporate partnership attraverso le quali co-progettare l’inclusione lavorativa dei rifugiati, raggiungendo anche i tanti che vivono nei territori urbani ed extraurbani e fuori dal sistema di accoglienza.

Straordinario è il contributo al programma Welcome delle Agenzie per il lavoro, che da anni sono al nostro fianco attivando migliaia di percorsi lavorativi. È stato quindi naturale accogliere la proposta ricevuta da Assolavoro di collaborare alla promozione delle misure contenute nell’accordo sottoscritto con i sindacati Nidil CGIL, Felsa CISL e UILTemp, volte ad agevolare l’inserimento socio-lavorativo dei rifugiati. Si tratta di un ingente stanziamento di fondi privati per l’integrazione, al quale abbiamo voluto assegnare una menzione speciale in occasione della premiazione Welcome a giugno 2022.

Dopo aver collaborato all’attivazione del portale «Accoglienza & lavoro» che illustra le misure disponibili e all’organizzazione delle prime iniziative di comunicazione, siamo pronti a lavorare con Assolavoro, i sindacati di categoria e le Agenzie associate per divulgare ulteriormente l’accordo fra i rifugiati in Italia e per dare visibilità a questa esperienza innovativa in occasione della seconda edizione del Global Refugee Forum in programma a Ginevra a dicembre 2023.

Sono tante ancora le sfide da affrontare e gli ostacoli da superare ma siamo convinti che con l’apporto di tutti riusciremo a raggiungere altri importanti risultati, perché l’esperienza di questi anni di lavoro ci ha insegnato che sono i rifugiati stessi, le loro competenze e capacità e la loro sana ambizione di riacquisire un ruolo nella società d’accoglienza e nel contesto lavorativo a rappresentare il principale valore aggiunto per il programma Welcome e le aziende.

 


IL CLOUD DEL LAVORO 2023-2024

Il contributo di Chiara Cardoletti, Rappresentante per l’Italia, la Santa Sede e San Marino dell’UNHCR, Agenzia Onu per i rifugiati, è contenuto all’interno de “Il Cloud Del Lavoro 2023-2024“, l’annuale pubblicazione di Assolavoro che raccoglie al proprio interno riflessioni e proposte di esperti e manager delle Agenzie, giuslavoristi, economisti, rappresentanti istituzionali e sindacali, ministri, ex ministri e dirigenti pubblici.

L’obiettivo de Il Cloud del Lavoro è quello di offrire le coordinate più puntuali su regole, flessibilità, politiche attive, servizi, Agenzie per il Lavoro, dati, formazione, competenze, welfare, relazioni industriali, digitalizzazione, intelligenza artificiale e prospettive del mercato del lavoro tra il 2023 e 2024.

Assolavoro pubblica in esclusiva ogni settimana un contributo tratto dalla pubblicazione con l’obiettivo di stimolare il dibattito online sul futuro del mercato del lavoro.

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